martedì 27 settembre 2011

UNA FAVOLETTA AL MESE: "IL MERLO E IL GUFO"

Questa, bambini cari, non è una favoletta da "c'era una volta..", non si narreranno le valorose avventure di epici eroi, non incontreremo fate o orchi, nè principi azzurri o grandi condottieri. Questa è una fiaba dei giorni nostri...questa è la storia di un merlo, silenzioso e riflessivo, con in testa almeno due pensieri per volta, e di un gufo, vulcanico sempre in bilico tra un'esistenza normale e la pazzia, compagna fedele che gli fa vivere al limite ogni avvenimento. C'era rispetto e stima tra i due amici finchè, un bel giorno, il destino non ha voluti metterli contro in una tanto semplice, quanto banale e anonima partita di pseudopallone.
Il giorno della disfida il merlo, silenzioso ma accompagnato da un malcelato risveglio della positività, consegna la sua formazione: nulla di imbattibile, semplicemente la migliore, a suo dire, che potesse proporre.Una formazione senza infamia ne lode. Ed è proprio ora, in questa vigilia di passione, che il gufo inizia a dare il peggio di se: sproloqui, disamine quanto meno fantasiose e soprattutto sentenze già scritte e vaticini..."De Sanctis subirà tre gol che ovviamente porteranno la firma del genietto montenegrino Jovetic; Pinilla prenderà quattro..anzi quattro meno uno che alla fine si fa pure espellere; l'attacco atomico Klose-Cissè farà il resto con una vagonata di gol..."
Se ci fosse stati voi, bimbi belli, avreste notato, dall'alto della vostra innocenza, sempre la solita immagine stereotipata: il merlo avanti e un passo indietro, inquietante come una compagnìa di militari nella doccia mentre te, ignaro anche se vagamente sospettoso, ti pieghi per raccogliere la saponetta che chissà come è sempre a terra, sempre il gufo a borbottare, sperare, pregare.
De Sanctis è risultato il migliore in campo; Pinilla ha sfigurato, ma era prevedibile, mentre il resto dell'accozzaglia umana proposta dal merlo ha resistito a fulmini e saette.
Secondo voi come va a finire sta storiella?
La morale di questa favola è che più si cerca di sconfiggere l'avversario non sul campo, ma sul terreno delicatissimo e filosofico della gufata, più si rischia di ritornare a casa mesti e con le pive nel sacco. E' meglio viversi una vita da merlo, pacifica e speranzosa, che rodersi il fegato da gufo per poi mandare tutti gli sforzi a puttane perchè, tanto alla fine, si gioca sempre con un uomo in meno!!
E vissero quasi tutti felici e contenti....



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